L'alimentazione dopo un intervento di chirurgia bariatrica

L’alimentazione dopo un intervento di chirurgia bariatrica

La scelta di sottoporsi ad un intervento di chirurgia bariatrica (o chirurgia dell’obesità) non è mai una via che il paziente dovrebbe intraprendere con leggerezza non solo perché si tratta di un intervento chirurgico, che già di per sé presenta i suoi rischi, ma perché tale scelta comporterà una serie di cambiamenti che influiranno definitivamente sul suo stile di vita. Il più delle volte i pazienti che decidono d’intraprendere tale percorso sono soggetti stanchi, fisicamente e psicologicamente, della loro condizione non data soltanto da un BMI (indice di massa corporea) importante ma spesso anche da patologie debilitanti come diabete mellito di tipo II, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa, steatosi epatica e spesso anche da problemi respiratori ed artropatie.

Pazienti la cui storia nutrizionale è sempre stata critica, fatta da un susseguirsi di diete fallimentari con conseguente aumento di peso e un accumulo di delusione e frustrazione.

Proprio per questo motivo quando si parla d’intervento bariatrico l’argomento è molto delicato e va affrontato da diversi punti di vista: clinico, psicologico e nutrizionale. Il supporto multidisciplinare è fondamentale per l’ottenimento e il mantenimento del risultato finale.

L’alimentazione è un aspetto non trascurabile per chi vuole avvicinarsi all’intervento. Il nutrizionista seguirà il paziente nel pre e soprattutto nel post operatorio.

Pur essendo svariati gli interventi bariatrici (gastrorestrittivi, malassorbitivi e misti) tutti, nell’immediato post operatorio, prevedono una “clear liquid diet” seguita dopo 48 ore da una “full liquid diet”. L’importanza di tale alimentazione in fase iniziale nasce dall’esigenza di evitare traumi alle suture e di favorire una idonea riabilitazione d’organo. Successivamente verrà elaborata una “pureed diet” che prevede l’assunzione di puree e frullati, seguita da una dieta semisolida, e solo dopo queste fasi intermedie si giungerà all’assunzione di cibi totalmente solidi (dieta di mantenimento).

La volontà della persona è incisiva in questo passaggio perché decreta il successo dell’operazione.

Ci sono delle regole che è importante seguire anche durante la fase di mantenimento. I pasti importanti della giornata devono essere tre: colazione, pranzo e cena. A questi si intervallano gli spuntini spezzafame, indicativamente due o tre. I due pasti principali (pranzo e cena) dovranno durare da 20 a 30 minuti. Consumare i pasti deve essere un momento dedicato, non bisogna mangiare di fretta: ogni singolo boccone deve essere masticato lentamente e completamente. Le quantità devono essere limitate, come anche i volumi dei liquidi, per non affaticare lo stomaco. È consigliabile non bere liquidi durante i pasti e assumere, in ogni caso, bevande a piccoli sorsi e mai in quantità eccedente la tollerabilità individuale. Il paziente dovrà comunque impegnarsi a bere almeno 1,5 -2 litri d’acqua al giorno. Inoltre, è bene prediligere pasti a base di proteine limitando i carboidrati.

È importante che venga interrotta immediatamente l’assunzione di cibo non appena si avverte la sensazione di ripienezza epigastrica.

Alcuni interventi potrebbero provocare alterazioni del gusto che si protraggono nel tempo. In questo caso si consiglia di scegliere alimenti più palatabili. Le più recenti linee guida consigliano, inoltre, l’assunzione giornaliera di un preparato multivitaminico e di oligomenti.