Fame nervosa

Fame nervosa: come riconoscerla e combatterla

Affrontare le sfide quotidiane e tutti gli stress ambientali a cui siamo giornalmente sottoposti non è sempre facile. Alcune volte alcune emozioni come noia, rabbia, stanchezza, stress sono così difficili da gestire da farci perdere il controllo “inducendoci” a sfoghi su fronti disparati come fumo, alcol, droghe leggere e pesanti, ma anche e soprattutto sul cibo. Il cibo, croce e delizia della nostra esistenza, viene spesso assunto nella più totale inconsapevolezza, preda di raptus di voracità. Momenti in cui non gustiamo, non scegliamo ma ci lasciamo trasportare ingurgitando un po’ di tutto, ma spesso tanti, troppi zuccheri.

Questo desiderio senza nome che coglie all’improvviso per colmare quella sensazione di vuoto si chiama “fame nervosa”.

Un genere di “fame” che ha una spiegazione che non coinvolge solo la sfera psicologica, pur essendo questa di certo predominante, ma anche l’ambito della fisiologia e della chimica del nostro corpo. Ad esempio un eccesso di carboidrati semplici nella nostra alimentazione può indurre picchi e crolli glicemici repentini nel torrente circolatorio sanguigno causando un violento desiderio di zuccheri a cui la persona difficilmente resiste. Tecnicamente quest’evento si identifica come “craving” da carboidrato. La disidratazione è un altro dei fattori che può indurre ad attacchi di fame, in questo caso perché il corpo chiede più energia. Anche il dormire poco stimola la fame nervosa. Sia perché si è in una condizione di carenza di energia sia perché la stanchezza mette in “confusione” l’ormone della fame. Quando siamo stanchi, i livelli di leptina, l’ormone che controlla l’appetito, si abbassa, mentre i livelli di grelina, un ormone prodotto dallo stomaco che lo stimola, invece, aumenta. Come dimenticare, inoltre, la fame nervosa causata da variazioni ormonali. Le donne, in particolar modo, la conoscono bene nella fase premestruale e della premenopausa.

Nella maggior parte dei casi di “fame nervosa” di natura fisiologica siamo di fronte ad un’alterazione del meccanismo di controllo della fame dell’ipotalamo ciò induce ad avvertire una sensazione di fame anche quando l’organismo in realtà non necessita di nutrimento.

I motivi, dunque, che psicologicamente e fisiologicamente inducono alla fame nervosa sono tanti ma ciò non deve demoralizzare. Il primo step per sconfiggere, o almeno controllare questi attacchi, è di certo lavorare sulla presa di consapevolezza di ciò che ci apprestiamo ad ingerire, imparando a distinguere la fame nervosa dall’appetito biologico. Per far ciò si potrebbe iniziare regalandoci anche solo delle frazioni di secondo in cui ci concentriamo su noi stessi e ci poniamo delle specifiche domande di fronte al cibo: «Ho veramente fame?», «Cosa sto per mangiare?», «Ne ho veramente di bisogno?», «Mangiare questo alimento può farmi male?». Di certo all’inizio non sarà semplice.

Non è mai semplice acquisire delle nuove abitudini alimentari ma con un po’ di forza di volontà e supportati anche da un nutrizionista si può riuscire nell’intento di seguire una corretta e sana alimentazione in cui si soddisfa soltanto la fame dettata effettivamente da esigenze biologiche reali.

Senza dimenticare di concedersi ogni tanto degli strappi alla regola ed appagare quella fame “per gusto”, ma in maniera consapevole. All’alimentazione è comunque sempre fondamentale abbinare del movimento che oltre a migliorare la forma fisica fa bene anche all’umore.