Reflusso gastroesofageo alimentazione può aiutare

Reflusso gastroesofageo? L’alimentazione può aiutare

Il Reflusso gastroesofageo è una patologia molto comune che soltanto in Italia, secondo recenti ricerche, interesserebbe 1 individuo su 6. Indica la risalita anomala, in esofago, del contenuto dello stomaco e quando raggiunge un determinato livello di cronicità viene denominata Malattia da Reflusso Gastroesofageo (MRGE).

Normalmente il cibo ingerito, in seguito alla deglutizione, passa attraverso l’esofago che conduce il bolo alimentare all’interno dello stomaco, il cui ambiente fortemente acido permette la digestione degli alimenti.
Nei pazienti con Reflusso gastroesofageo si assiste ad un movimento opposto: cibo e succhi gastrici risalgono dallo stomaco nell’esofago generalmente a causa di un indebolimento della valvola situata all’estremità inferiore dello stesso che risulta sprovvisto di sistemi di protezione contro l’acido cloridrico prodotto dallo stomaco. Questo conduce alla manifestazione di un ventaglio di disturbi sia digestivi quali bruciore retrosternale e rigurgito, che extradigestivi e atipici quali tosse secca cronica, laringite e perfino disfonia che a sua volta può variare da una semplice raucedine fino a giungere in alcuni casi alla afonia completa (assenza di voce).

I sintomi si possono presentare in modo continuativo durante la giornata, oppure in modo intermittente.

Ad esempio, il reflusso può verificarsi al risveglio, dopo i pasti e durante la notte o solo in posizione sdraiata e mentre ci si piega in avanti.
Altre cause e/o fattori di rischio che si possono manifestare o che possono intensificare i sintomi della Malattia da Reflusso Gastroesofageo sono:

  • sovrappeso o obesità;
  • consumo di alimenti ad alto contenuto di grassi;
  • gravidanza;
  • fumo, assunzione di alcol, caffè, cioccolato;
  • gastroparesi;
  • assunzione di alcuni farmaci come i calcioantagonisti utilizzati per curare l’ipertensione o di anti-infiammatori;
  • stress.

La diagnosi primaria viene eseguita dal medico curante attraverso un esame obiettivo e l’anamnesi.

I sintomi più comuni (bruciore retrosternale, rigurgito) vengono trattati con gastroprotettori in terapie di breve periodo.
Per stabilire la gravità della MRGE i medici ricorrono a un sistema di misurazione noto come Sistema di punteggio Johnson-DeMeester.
Secondo tale sistema di misurazione esistono 4 livelli di gravità:
Livello 0: assenza di fenomeni di reflusso gastrico.
Livello 1: presenza di episodi di minima entità sintomatologica e alquanto rari per quanto concerne la frequenza.
Livello 2: corrisponde a una forma moderata di MRGE con fenomeni di risalita abbastanza frequenti.
Livello 3: è il livello più grave con fenomeni di risalita frequenti e che interferiscono con le normali attività quotidiane.

Nei casi in cui si presentino sintomi atipici o la frequenza della sintomatologia diventi limitante per il paziente, vengono effettuate ricerche più approfondite.

Un esame radiologico del tubo digerente permette di visualizzare l’anatomia e la funzione dell’esofago, dello stomaco e delle prime parti dell’intestino tenue. La gastroscopia consente di esaminare l’esofago, lo stomaco ed il duodeno e permette di eseguire piccoli prelievi di mucosa.
La manometria esofagea consiste nell’introduzione di una sonda nasale attraverso la quale vengono somministrate piccole quantità d’acqua e può essere utile per valutare eventuali anomalie della mobilità dell’esofago. Il Ph-impedenziometria delle 24 ore attraverso il posizionamento di un sondino che passando all’interno del naso arriva fino all’esofago ed è connesso ad un palmare, monitora la quantità di materiale defluito nell’esofago.

Uno stile di vita corretto e un’adeguata educazione alimentare supportano efficacemente le terapie farmacologiche.

Una consulenza nutrizionale è necessaria per raggiungere e mantenere un adeguato peso corporeo e adottare un piano alimentare che escluda cibi particolarmente irritanti o acidi. Chi soffre di reflusso dovrebbe eliminare dalla dieta tutti quegli alimenti che potrebbero aggravare il quadro clinico, aumentare la secrezione acida e portare così a un’irritazione della mucosa gastrica ed esofagea. Come piatti troppo grassi ed elaborati, le fritture, gli insaccati. Attenzione anche ad alcune verdure, alle bibite gassate e zuccherate. Si consiglia di smettere di fumare, di non assumere alcolici e di fare attività fisica.

Si consiglia sempre un approccio multidisciplinare con lo scopo di trattare nel modo più adeguato possibile ogni sintomo.

Una consulenza otorinolaringoiatrica utile per l’individuazione di lesioni a carico della laringe e delle corde vocali. Un approccio psicoterapico nei casi in cui dall’anamnesi siano emerse cause legate a uno stile o a un periodo della vita del paziente particolarmente stressante e ansiogeno.
Ed infine un consulto chirurgico nei casi nei quali, ad esempio, il paziente non risponda in maniera adeguata principalmente alla terapia farmacologica.

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