Endometriosi, l’alimentazione può aiutare!
Il potere del cibo, a volte, va oltre quello del farmaco. Un esempio chiaro lo si ha proprio nell’endometriosi, dove una dieta equilibrata riesce a ridurre lo stato infiammatorio che si crea e che acuisce e peggiora la sintomatologia dolorosa.
I focolai endometriosici si localizzano soprattutto nel basso ventre in organi come ovaie, intestino, vescica e più raramente in altri organi. Queste cellule della mucosa uterina che si trovano fuori dalla normale sede, sono comunque stimolati dall’azione degli ormoni che provocano il ciclo mestruale e, al momento del ciclo, mensilmente, sotto l’effetto ormonale, il tessuto endometriale che si trova in queste sedi anomale, va incontro a sanguinamento così come accade all’endometrio presente nell’utero, questo provoca un’irritazione dei tessuti circostanti, formazione di tessuto cicatriziale, aderenze e uno stato infiammatorio cronico.
L’endometriosi è spesso dolorosa, in certi casi invalidante, soprattutto durante il ciclo mestruale o durante l’ovulazione e si accompagna a numerosi altri disturbi come colite, periodi di stitichezza alternati a diarrea, sintomi simili al colon irritabile, fastidi simili ad infiammazione o cistite, senso di pesantezza, stanchezza cronica, mancanza di forza e sbalzi dell’umore. La molteplicità delle sue manifestazioni è uno dei motivi per i quali, spesso, l’endometriosi viene scoperta solo dopo anni, ma l’andamento ciclico dei disturbi, legato alle fasi ormonali del periodo mestruale può aiutare a capire la necessità di indagare per questa patologia.
L’endometriosi è spesso trattata con farmaci antinfiammatori non steroidei per alleviare il dolore e terapie ormonali (pillole anticoncezionali). Solo in alcuni casi viene trattata chirurgicamente in laparoscopia rimuovendo il tessuto endometriale fuori sede. Come per molte altre patologie croniche, anche in caso di endometriosi l’alimentazione può avere effetti positivi sia sul dolore, sia sul flusso mestruale e gioca un ruolo importantissimo nel supportare le terapie. Lo stress e un’alimentazione ricca di grassi saturi e zuccheri possono aumentare i livelli di infiammazione e con essa stimolare la crescita del tessuto anomalo.
In linea generale, è consigliato ridurre gli zuccheri, le farine bianche e i cereali raffinati, che innalzando la glicemia, stimolano la produzione di insulina, che è anche un fattore di crescita. Così come le carni rosse e insaccati: uno studio italiano del 2004 condotto dall’Università di Milano ha evidenziato un aumento di incidenza dell’endometriosi causato proprio da carni rosse e salumi.
È opportuno ridurre i grassi saturi: burro, latticini, grassi idrogenati o oli vegetali che non siano olio extravergine di oliva. I grassi animali (eccetto il pesce) sono precursori delle prostaglandine, che causano dolore, contrattura muscolare e infiammazione. Inoltre, il latte e i formaggi industriali prodotti da mucche non allevate biologicamente, hanno un contenuto ormonale molto alto, causato dalla qualità del foraggio e dai farmaci impiegati per curare il bestiame e aumentare il volume della carne prodotta, cosa che può compromettere ulteriormente il delicato equilibrio ormonale della donna. È consigliabile anche ridurre il consumo di sale, alcol e caffeina che possono aumentare infiammazione e dolore.
Nella propria andrebbero invece inseriti i cereali, preferibilmente integrali in chicco (in particolare riso, grano saraceno e miglio che sono anche privi di glutine, per prevenire l’infiammazione intestinale, spesso associata all’endometriosi, soprattutto in fase acuta); i legumi, preziosi per mantenere bassa la glicemia; il pesce azzurro, ricco di Omega 3, da cui l’organismo sintetizza le prostaglandine antinfiammatorie; e i vegetali. Quelli con effetti più benefici per l’endometriosi sono le verdure a foglia verde scottate (bietole, cicoria, borragine, erbe selvatiche), le crucifere (cavoli, broccoli), finocchi, sedano, carote, cipolle. Alcune verdure come gli spinaci e le solanacee (patate, peperoni, melanzane, pomodori, peperoncini) vanno invece consumate con moderazione perché contengono sostanze pro-infiammatorie. La frutta va assunta con moderazione, ricordando che si comporta come uno zucchero semplice e che quindi vanno evitati gli eccessi. I frutti più indicati in caso di endometriosi sono i frutti di bosco, soprattutto i mirtilli, i frutti rossi (fragole in primavera, ciliegie in estate, prugne e melograno in autunno). È opportuno invece limitare il consumo di agrumi e frutta tropicale, ricchi di poliamine che favoriscono la proliferazione cellulare.
Consigliati, invece, i semi oleaginosi: semi di lino, semi di zucca, noci, nocciole, pistacchi, ricchi di omega 3.
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