Sindrome metabolica

Sindrome metabolica: impariamo a riconoscerla!

La sindrome metabolica indica una serie di alterazioni del nostro organismo che in combinazione fra loro aumentano notevolmente il rischio di malattie cardiovascolari, diabete di tipo 2 e incidenza di tumori. Se hai una circonferenza addominale aumentata, se consumi abitualmente snack ricchi di grassi e zuccheri, se conduci una vita sedentaria, potresti andare incontro alla sindrome metabolica che è fortemente legata ad uno stato di sovrappeso e obesità.

Le più grandi organizzazioni sanitarie mondiali, come l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) o l’Idf (International Diabetes Federation), concordano nell’indicare la sindrome metabolica come:

  • aumento di circonferenza del girovita (>102 cm uomo o >88 cm donna);
  • pressione arteriosa alta (pressione sistolica ≥ 130 mmHg e diastolica ≥ 85 mmHg);
  • bassa concentrazione di HDL, il famoso colesterolo “buono” (<40 mg/dl uomo o 50 mg/dl donna); – aumento dei trigliceridi (>150 mg/dl);
  • elevata glicemia (>110 mg/dl).

Le più recenti linee guida considerano sindrome metabolica già la presenza di almeno tre di questi fattori. La sindrome metabolica aumenta il rischio cardiovascolare in maniera proporzionale al numero di fattori di rischio presenti e con modalità additive all’impatto dei singoli fattori. Tra questi, l’elevata glicemia è fondamentale nell’insorgenza non solo di insulino-resistenza e diabete, ma anche della dislipidemia e dell’ipertensione. Ma la sindrome metabolica può essere un fattore predisponente anche la formazione di diversi tumori (mammella, prostata, ovaio, pancreas, fegato…).

In Italia oltre il 25% della popolazione sopra i 35 anni d’età soffre di sindrome metabolica ed oltre il 35% sopra i 50 anni.

I meccanismi di comparsa di questa vera e propria malattia sono complessi, molteplici e non sempre ben chiari. Ad influenzare queste cause troviamo infatti: condizioni ambientali, stile di vita, età, sesso, ceto socio-economico, etnia, predisposizione genetica. Ci sono studi che dimostrano come l’obesità parentale può causare sovrappeso e obesità nella prole attraverso cambiamenti epigenetici negli spermatozoi o negli ovociti o più comunemente nell’ambiente dell’utero. Infatti, bambini nati da madre o padre obesi sottoposti a chirurgia bariatrica prima del concepimento sono meno inclini all’obesità e alla sindrome metabolica rispetto a quelli nati prima dell’intervento di chirurgia bariatrica.

L’obesità viscerale è sicuramente una delle cause principali della sindrome metabolica e causa di molte altre patologie.

Con obesità viscerale si intende un accumulo di grassi localizzati nella zona addominale del corpo. L’accumulo di tessuto adiposo nell’addome crea la premessa per l’arrivo di grandi quantità acidi grassi liberi (FFA), in tempi brevi, al fegato. Questo organo non riesce a metabolizzare gli acidi grassi liberi in eccesso, si determina una steatosi epatica e si altera, a cascata, anche il metabolismo lipidico. Inoltre, gli acidi grassi liberi non metabolizzati dal fegato passano nel circolo sanguigno e le loro elevate concentrazioni favoriscono lo sviluppo di insulino-resistenza nel tessuto muscolare. Ciò altera, a sua volta, il metabolismo degli zuccheri e aumenta il rischio di diabete.

La prevenzione è la miglior terapia della sindrome metabolica. Per contrastarla, è necessario associare uno stile di vita attivo a una dieta equilibrata.

La quantità di attività fisica raccomandata è pari a 30 minuti al giorno di esercizio aerobico di moderata intensità. Praticare regolarmente attività fisica comporta per l’organismo una serie di vantaggi diretti e indiretti. Oltre al beneficio immediato del dispendio calorico, l’esercizio fisico costante favorisce l’utilizzo del glucosio facilitando l’azione dell’insulina e riducendo la glicemia; riduce i trigliceridi e il colesterolo LDL; aumenta il colesterolo HDL; abbassa la pressione arteriosa. È preferibile svolgere attività fisica di tipo aerobico, cioè di resistenza, come lunghe passeggiate o sport quali il ciclismo, la corsa, il nuoto, lo sci di fondo. Piccoli accorgimenti quotidiani, come salire le scale a piedi invece di usare l’ascensore, muoversi a piedi o in bicicletta invece di usare auto o mezzi pubblici, possono contribuire in modo determinante all’ottimale entità di attività fisica.

La dieta è fondamentale nel controllo del peso corporeo

La dieta è fondamentale nel controllo del peso corporeo: moderando l’assunzione dei carboidrati e di grassi saturi si può ottenere una riduzione significativa della tendenza al sovrappeso ed in particolare al grasso viscerale.

È raccomandato alimentarsi con cibi ricchi di nutrienti, ma poco calorici, meglio se di origine vegetale: frutta e verdura più volte al giorno e legumi in sostituzione della carne. Un’altra valida alternativa alla carne è il pesce, soprattutto quello azzurro (sarde, sardine, alici, sgombri ecc.), ricco di grassi omega-3. Anche i cereali (pasta, riso e pane) potranno essere assunti, con moderazione. Piccole quantità di olio d’oliva, noci e mandorle garantiranno l’ottimale apporto di grassi. Latte e derivati, soprattutto magri (latte scremato, yogurt magro, ricotta, ecc.), non vanno esclusi in quanto proteggono dalla sindrome metabolica e aiutano a mantenere sotto controllo la pressione arteriosa.

Gli alimenti ricchi di grassi favoriscono l’instaurarsi di un eccesso ponderale. Tra questi da evitare annoveriamo i dolci, gli insaccati, i piatti conditi con abbondanti olio o burro. Attenzione anche ai prodotti da forno industriali, quali fette biscottate, crackers, grissini e biscotti, sono notevolmente più calorici del pane e contengono grassi che aumentano il colesterolo LDL. Le carni rosse (bovino, suino, cavallo) e quelle conservate favoriscono le malattie cardiovascolari e pertanto vanno sostituite con legumi, pesce o formaggio magro. Evitare le bevande zuccherate (bibite gassate, thè zuccherato, succhi di frutta) apportano zuccheri semplici che favoriscono l’aumento di peso e l’innalzamento dei trigliceridi plasmatici. Il sale da cucina e gli alimenti salati (salumi, alimenti in scatola, ecc.) favoriscono l’innalzamento della pressione arteriosa.

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