Interazioni farmaci-alimenti come ottimizzare l'effetto terapeutico e prevenire rischi

Interazioni farmaci-alimenti: come ottimizzare l’effetto terapeutico e prevenire rischi

L’assunzione di cibi e bevande può influenzare l’efficacia dei trattamenti farmacologici e comportare rischi per la salute se non gestita correttamente. Alcuni alimenti possono influenzare l’assorbimento, il metabolismo o l’eliminazione dei farmaci nel corpo, alterando quindi la loro efficacia o aumentando il rischio di effetti collaterali. Altri alimenti possono contenere sostanze chimiche che interagiscono con i farmaci o che possono essere nocive se assunte insieme a determinati principi attivi. Capire queste interazioni e adottare le precauzioni necessarie può essere fondamentale per ottenere il massimo beneficio dalla terapia farmacologica e ridurre il rischio di effetti indesiderati.

Come avvengono le interazioni farmaco-alimento?

Cibi e bevande possono influire sull’assorbimento, il metabolismo, la biodisponibilità e l’escrezione del farmaco, renderlo inefficace, potenziarne la tossicità o un particolare effetto collaterale o creare effetti indesiderati anche gravi. Chi assume un medicinale dovrebbe quindi seguire attentamente le avvertenze contenute nel foglio illustrativo e le raccomandazioni del medico, rivolgendosi al medico o al farmacista per qualsiasi dubbio che riguardi le modalità di assunzione del farmaco e le possibili interazioni con i cibi e le bevande nel corso del trattamento: dall’opportunità di assumere il farmaco a stomaco vuoto (un’ora prima o due ore dopo i pasti) oppure durante o dopo un pasto (a stomaco pieno), all’esclusione temporanea dalla propria dieta di particolari alimenti o bevande.

Quali sono le principali modalità di interazione tra farmaci e alimenti?

  • Assorbimento influenzato: alcuni alimenti possono influenzare l’assorbimento dei farmaci nel tratto gastrointestinale. Ad esempio, l’assunzione di alcuni antibiotici può essere compromessa se presi insieme a latticini ricchi di calcio.
  • Metabolismo alterato: alcuni alimenti possono influenzare il metabolismo dei farmaci nel corpo, aumentando o diminuendo i livelli di farmaco nel sangue. Il consumo di succo di pompelmo, ad esempio, può aumentare i livelli di alcuni farmaci nel sangue, aumentando il rischio di effetti tossici.
  • Effetti avversi potenziali: alcuni alimenti possono interagire con i farmaci causando effetti avversi. Ad esempio, l’assunzione di alimenti ricchi di tiramina, come formaggi stagionati o salumi, insieme ad alcuni antidepressivi può causare un aumento della pressione sanguigna potenzialmente pericoloso.

Qual è il ruolo della dieta nell’assorbimento, nel metabolismo e nell’eliminazione dei farmaci?

Gli alimenti possono influenzare l’efficacia e l’effetto terapeutico di un farmaco. Per quanto riguarda l’assorbimento alcuni farmaci devono essere assunti con il cibo per evitare irritazioni gastriche o per garantire un assorbimento ottimale. Altri farmaci, invece, possono essere assorbiti meglio a stomaco vuoto. Alcuni alimenti possono influenzare la velocità con cui il farmaco viene eliminato dall’organismo e la sua durata di azione. Ad esempio, alcune sostanze presenti in alcuni alimenti possono influenzare gli enzimi responsabili del metabolismo dei farmaci nel fegato, modificando così i livelli di farmaco nel sangue. Inoltre, l’assunzione di determinati cibi può aumentare o ridurre la velocità con cui il farmaco viene escreto dall’organismo. Questo può avere implicazioni sull’efficacia del trattamento e sul rischio di accumulo di farmaci nel corpo. È importante quindi considerare l’impatto della dieta durante la terapia farmacologica e seguire eventuali raccomandazioni fornite dal medico.

Quali sono alcuni esempi comuni di interazioni farmaco-alimento e quali sono i farmaci coinvolti?

Ci sono diversi esempi comuni di interazioni farmaco-alimento che coinvolgono una varietà di farmaci e cibi. L’alcol, ad esempio, può amplificare o ridurre l’effetto di molti medicinali. Il succo di pompelmo andrebbe evitato se si assumono farmaci come ciclosporina, buspirone, chinino (anti-malarico), triazolam, e alcuni farmaci calcio-antagonisti, antistaminici e per l’ipertensione. La liquirizia, se assunta con farmaci a base di digossina usati per trattare l’insufficienza cardiaca congestizia e le anomalie del ritmo cardiaco, può aumentare il rischio di tossicità della digossina. Può rendere anche meno efficaci i farmaci per la pressione arteriosa o i diuretici (tra cui idroclorotiazide e spironolattone). Gli inibitori delle monoaminoossidasi (MAO) non dovrebbero essere assunti con quantità eccessive di cioccolato. La caffeina contenuta nel cioccolato può anche interagire con alcuni stimolanti (metilfenidato), potenziandone il loro effetto, o può contrastare l’effetto di sedativi-ipnotici (zolpidem).

I cibi possono interagire anche con alcuni integratori alimentari?

Gli alimenti possono interagire anche con alcuni integratori alimentari, proprio come avviene con i farmaci. Gli integratori alimentari contengono sostanze attive che possono essere influenzate dall’assunzione di determinati cibi, e viceversa. Ad esempio “l’erba di San Giovanni” (iperico perforato) è un induttore degli enzimi epatici e può ridurre la concentrazione nel sangue di farmaci come la digossina, la lovastatina e il sildenafil. L’assunzione di vitamina E con un farmaco che fluidifica il sangue potenzia l’attività anticoagulante aumentando il rischio di sanguinamento. Anche Il ginseng può influire sugli effetti dell’eparina, dell’aspirina e di farmaci anti-infiammatori non steroidei come l’ibuprofene, il naproxene, il ketoprofene. La combinazione di ginseng con gli inibitori della MAO può causare mal di testa, disturbi del sonno, nervosismo e iperattività. Il Ginkgo Biloba ad alte dosi riduce l’efficacia della terapia anticonvulsivante in pazienti che assumono farmaci per il controllo delle crisi epilettiche.

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