Colesterolo alto nei bambini: ecco perché non è da sottovalutare

Colesterolo alto nei bambini: ecco perché non è da sottovalutare

Spesso quando si parla di colesterolo alto si pensa ad una patologia caratteristica dell’età adulta. In realtà a soffrirne è un terzo dei bambini di età compresa tra i 6 e i 14 anni. In età infantile l’ipercolesterolemia è difficilmente diagnosticabile poiché i sintomi che l’accompagnano sono poco riconoscibili e d’abitudine non si effettuano esami specifici di controllo del colesterolo. Ma la scoperta della presenza di iniziali depositi di grasso nelle arterie dei bambini causati da colesterolo alto ha fatto comprendere la necessità di una diagnosi e di un trattamento precoci.

Che cos’è il colesterolo?

Il colesterolo è un lipide steroideo di origine animale; rappresenta sia una componente nutrizionale (derivante per il 30% del totale dagli alimenti), sia una molecola di sintesi endogena (derivante per il 70% del totale dalla produzione intracellulare, soprattutto a livello di fegato e intestino). L’elevato contributo della sintesi endogena sul totale del colesterolo presente nel sangue, lascia dedurre che si tratti di un composto lipidico estremamente importante per la fisiologia dell’organismo umano. Difatti, il colesterolo è un precursore degli ormoni steroidei e della vitamina D (calciferolo) e un costituente di membrana cellulare. Tuttavia, ai giorni nostri, complici uno stile di vita sedentario e l’alimentazione sbilanciata, il colesterolo rappresenta un nutriente frequentemente in eccesso, che predispone l’essere umano all’insorgenza di malattie cardiovascolari.

Perché può essere alto nei bambini?

L’aumento dei valori di colesterolo è relativamente frequente nei bambini, per l’esistenza di una condizione nota come ipercolesterolemia familiare, che colpisce circa 1 soggetto ogni 200. Il gene che causa l’Ipercolesterolemia familiare è chiamato LDL-R (gene per il recettore di LDL) e le sue varianti sono trasmesse con modalità autosomica dominante: in pratica, se un genitore è affetto, un figlio avrà il 50% di possibilità di essere anch’esso affetto da questa condizione. Ma l’aumento del colesterolo è sempre dovuto a una combinazione di cause genetiche e ambientali, intendendo per queste ultime degli errori alimentari e una scarsa attività fisica. Infatti, molto spesso nei bambini l’ipercolesterolomia è associata a sovrappeso o obesità.

Quali sono i valori di riferimento per i bambini?

Il valore di riferimento del colesterolo totale nei bambini varia da 150 mg/dL a 160 mg/dL fino a una tollerabilità di 170 mg/dL a seconda dell’età, del sesso, dell’attività fisic, ecc. Rilevare, in età pediatrica, livelli di colesterolo superiori ai valori normali può prevenire il rischio di arteriosclerosi, infarto o ictus e altre patologie cardiovascolari in età adulta. Il colesterolo alto è asintomatico, il suo livello si rileva con una semplice analisi del sangue.

Quali rischi comporta il colesterolo alto?

Le alterazioni dei valori dei grassi nel sangue, e in particolare l’aumento del colesterolo, sono riconosciuti tra i più importanti fattori di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, perché responsabili della formazione delle cosiddette “placche” di aterosclerosi, zone alterate della parete dei vasi sanguigni che possono condurre a infarto. Gli eventi cardiovascolari acuti avvengono in età adulta, ma la scoperta della presenza di iniziali depositi di grasso nelle arterie dei bambini con il colesterolo alto ha fatto comprendere la necessità di una diagnosi e di un trattamento precoci.

A quale età è opportuno iniziare a controllarlo?

Sarebbe opportuno eseguire l’esame del colesterolo ai bambini di due anni che hanno una storia familiare di malattie cardiache o ipercolesterolemia. Negli altri casi, invece, un primo controllo può essere preso in considerazione tra i 9 e gli 11 anni e poi di nuovo tra i 17 e i 21. Anche nei bambini obesi è indicato un dosaggio del colesterolo e dei trigliceridi. Queste raccomandazioni potrebbero davvero fare la differenza evitando, almeno nei più piccoli, la precoce assunzione di farmaci.

Come si cura il colesterolo alto nei bambini?

Il primo approccio in caso di ipercolesterolemia è dietetico-comportamentale cominciando a limitare gli alimenti ricchi di grassi trans e grassi saturi che causano un aumento dei livelli di colesterolo nel sangue. L’intervento deve essere condotto da specialisti in nutrizione clinica che conoscono bene le necessità metaboliche specifiche dell’età pediatrica. Dovrebbe anche essere personalizzato per venire incontro, nei limiti del possibile, alle esigenze del bambino e della sua famiglia, favorendo in questo modo l’adesione al trattamento. Nel caso di forme di ipercolesterolemie familiari l’intervento dietetico-comportamentale deve essere sempre mantenuto ma a volte non è sufficiente. In questi casi, si può prendere in considerazione un approccio farmacologico concordato con i genitori, secondo opportuni protocolli che comunque non prima dei 10 anni di età.

Si può prevenire?

Più che di prevenzione dell’ipercolesterolemia bisognerebbe parlare in generale di prevenzione cardiovascolare a tutto tondo che dovrebbe interessare precocemente tutti i bambini, attraverso un’opportuna igiene della gravidanza, la pratica dell’allattamento al seno, il corretto svezzamento, il favorire l’esercizio fisico e il contrasto alla sedentarietà, un’adeguata e corretta alimentazione, la riduzione dell’esposizione ad agenti inquinanti e al fumo passivo (e attivo negli adolescenti). Oltre a questo bisogna eseguire dei controlli tenendo conto della eventuale familiarità per patologie cardiovascolari come dello sviluppo di un eccesso ponderale per intercettarlo più precocemente possibile.

Quale dieta per il colesterolo alto nei bambini?

Per anni l’indice è stato puntato su singoli alimenti e sul quantitativo di colesterolo contenuto in essi, ma basta seguire alcuni semplici consigli:

  • seguire una dieta completa e varia;
  • ridurre i grassi saturi di origine animale;
  • preferire carni magre e pesce azzurro (ricco di omega3 e DHA che riducono i trigliceridi e fungono da antiossidanti);
  • ridurre il consumo di insaccati (una volta a settimana);
  • consumare formaggi magri;
  • moderare l’uso del sale;
  • favorire l’uso dell’olio extra vergine di oliva al burro;
  • inserire più volte a settimana legumi e cerali integrali;
  • due o tre uova alla settimana non sono dannose;
  • limitare il consumo di dolci e cibi industriali, sono ricchi in grassi più o meno nascosti;
  • prediligere cotture semplici come cottura al forno, al vapore o in padella senza condimenti di salse.
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