Gelato sì o gelato no?
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Si possono coniugare dieta e gelato? È estate, fa caldo, e molte persone per mancanza di tempo o perché hanno voglia di qualcosa di fresco, mangiano il gelato sostituendolo al pranzo o alla cena, pensando che sia un pasto frugale e poco calorico. Ma è davvero così? In linea generale, come per tutti i cibi, anche per il gelato vale il principio della frequenza, della quantità e della qualità. Quando fornisco le indicazioni per un regime alimentare, lascio sempre un pasto a settimana da scegliere liberamente: in questo modo non c’è niente di vietato in assoluto e anche mentalmente ci si approccia al cibo in maniera diversa.
Cosa c’è nel gelato?
Il gelato è costituito da pochi ingredienti: latte, panna, zucchero e in alcuni casi, uova o frutta. Visti gli ingredienti potete immaginare come il gelato sia costituito principalmente da zuccheri e grassi, con un apporto di fibre e proteine quasi nullo. Sicuramente va preferito un buon gelato artigianale a quelli confezionati. La qualità degli ingredienti è di sicuro migliore e quindi anche il prodotto finale. Bisogna guardare alla qualità delle materie prime usate e quindi scegliere quelli con ingredienti freschi, come ad esempio un latte fresco al posto di quello in polvere, frutta fresca e non aromi e sciroppi di frutta. Bisognerebbe inoltre evitare quei gelati che includono l’aggiunta di conservanti, in quanto la catena del freddo è sufficiente a garantire la conservazione nel tempo.
Si può mangiare il gelato a dieta?
Dal punto di vista nutrizionale è un alimento fortemente sbilanciato: va considerato come un’eccezione alla routine alimentare. Se viene mangiato con moderazione, il gelato può essere inserito in una dieta equilibrata. Meglio scegliere una coppetta non commestibile piuttosto che un cono, una cialda o una brioche: vi farà gustare meglio il gelato e non all’accompagnamento. Potete anche mangiarlo insieme a della frutta fresca (fragole, pesche, melone, mirtilli…): in questo modo la quantità di gelato necessaria a garantire il senso di sazietà sarà minore perché accompagnato dalla frutta.
Con quale frequenza?
La frequenza non è un parametro che va bene per tutti: c’è da capire a quale persona ci stiamo rivolgendo, che tipo di regime alimentare segue, se fa attività sportiva e con quale frequenza, qual è il suo quadro clinico. Ma in linea di massima se si ha una alimentazione sana ed equilibrata, ci si può concedere un gelato un paio di volte a settimana, senza che questo influenzi negativamente la linea.
Gelato alla frutta o alla crema?
Nel caso del gelato a fare la differenza non è tanto il gusto alla frutta o alla crema, ma gli ingredienti utilizzati per prepararlo. In linea generale i gelati artigianali hanno meno conservanti e coloranti dei gelati confezionati e la qualità è data dalla presenza o meno di ingredienti freschi, come la frutta, o di prima scelta, nel caso di frutta secca o altri gusti (cacao, caffè…). La differenza tra le due tipologie di gelato è anche dal punto di vista nutrizionale: il gelato alla crema contiene più proteine e calcio di quello alla frutta, mentre quest’ultimo se realizzato con materie prime fresche può contenere un discreto contenuto di antiossidanti e vitamine. Un buon compromesso può essere quello di abbinare il gusto che ci piace di più ad uno alla frutta.
Si può sostituire un pasto con il gelato?
Il gelato è un dessert e non può essere considerato un valido sostituto di un pasto bilanciato a causa della totale assenza di fibre. Parlando di calorie su 100 grammi di gelato, mediamente i gusti frutta hanno circa 120 calorie, mentre i gusti crema hanno dalle 150 alle 200 calorie. Un piatto di pasta con verdure (circa 50 g di pasta), un primo medio in una dieta ipocalorica, apporta circa 200 calorie. Apparentemente potremmo quindi sostituire un piatto di pasta con un gelato, ma non è così semplice. Come sempre è importante analizzare la composizione degli alimenti poiché la corretta alimentazione non è un semplice conteggio di calorie: un piatto di pasta con verdure apporta calorie suddivise in maniera equilibrata fra carboidrati (principalmente complessi), proteine, grassi e fibre. I carboidrati complessi stimolano una graduale secrezione di insulina, l’ormone che andrà a ridurre lentamente gli zuccheri nel sangue. Consumando invece zuccheri semplici, si avrà un rapido picco glicemico che l’organismo compenserà con un altrettanto rapido e corposo rilascio di insulina. Gli zuccheri saranno consumati in un tempo molto più breve generando il desiderio compulsivo (craving) di voler consumare altri zuccheri nell’arco della giornata per avere lo stesso effetto di piacere innescato dal gelato e tutto ciò comporta poi, un eccesso di cibo ingerito.
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