Afte e alimentazione

Afte: cosa mangiare e cosa evitare

La conosciamo un po’ tutti: l’afta non è altro che una erosione, sotto forma di lesione, caratteristica delle mucose, che può essere singola o a gruppi, estesa oppure localizzata. Il disturbo prende il nome di aftosi, oppure stomatite aftosa. Può essere una condizione molto fastidiosa per chi ne è colpito. Ma vi dirò di più: se ne soffrite spesso c’è qualcosa che dovreste correggere nella vostra alimentazione e stile di vita.

Cosa sono le afte?

Le afte, o ulcere della bocca, sono piaghe dolorose che si formano all’interno della bocca, sulle guance, sulle gengive, sul palato o sulla lingua. Si presentano a qualunque età ma soprattutto nelle donne. Si tratta di lesioni della mucosa orale (ulcere) del diametro di 2-5 mm che possono comparire già nel periodo dell’adolescenza e raggiungere il picco tra i 20 e i 50 anni d’età. Si stima che circa 1 persona su 5 sviluppi con regolarità afte in bocca.

Come di manifestano?

Le afte della bocca si presentano in varie forme e dimensioni e possono comparire in ogni parte della bocca: lingua, parte interna delle guance, labbra, fino ad arrivare in casi estremi alla gola. La comparsa delle afte in bocca è preannunciata da una sensazione di bruciore nella zona. In seguito al bruciore si verificherà un arrossamento che si trasformerà in una lesione tondeggiante e biancastra, che è appunto l’afta. Non sono contagiose e non si trasmettono dunque da persona a persona, come avviene ad esempio con l’herpes. Sono generalmente fastidiose e dolorose (sia spontaneamente che al contatto), tanto da interferire con le azioni quotidiane, come mangiare e parlare.

Quali sono le cause?

Il motivo per cui vengono le afte non è del tutto noto. Esistono però delle correlazioni con l’alimentazione che possono favorirne la comparsa. Un’alimentazione squilibrata come ad esempio una dieta ricca di dolci, bevande zuccherate o gasate possono cambiare il pH della bocca rendendola più suscettibile alla comparsa delle afte. Anche carenze nutrizionali come la carenza di vitamine B, ferro o acido folico possono facilitare l’insorgenza delle afte; mentre cibi piccanti, cibi molto speziati e cioccolata possono peggiorarne la condizione.

Altri fattori scatenanti potrebbero essere:

  • una cattiva igiene orale,
  • squilibri ormonali e/o ciclo,
  • problematiche gastriche come l’infezione da Helicobacter Pylory,
  • in ambito oncologico uno degli effetti indesiderati della chemioterapia o radioterapia è l’insorgenza di mucositi.

Sono maggiormente predisposti alla formazione di afte i soggetti affetti da alcune malattie come: morbo di Crohn, morbo celiaco, malattie autoimmuni, ADS e malattia di Behcet.

Esiste una correlazione tra afte e alimentazione?

La comparsa delle afte è strettamente connessa con una situazione infiammatoria che trova tra le sue concause l’innalzamento dell’infiammazione generalizzata, anche attraverso l’aumento dell’infiammazione da cibo, cioè quella scatenata da alcuni cibi. La comparsa delle afte è, dunque, spesso legata al cibo. Ad esempio può trattarsi di uno stato di infiammazione intestinale che non permette il corretto assorbimento di alcuni nutrienti o una dieta che non apporti vitamine e sali minerali indispensabili e nelle quantità ottimali. In particolare ferro, folati, vitamina B6, vitamina B12 e vitamina D risultano più carenti in chi soffre di afte rispetto al resto della popolazione. Il ridotto apporto quotidiano di frutta e verdura fresca e il mancato utilizzo di carboidrati integrali o leguminose peggiorano una situazione di disagio intestinale e di carenza nutrizionale (in sali minerali, vitamine e fibra). Spesso, la comparsa del fenomeno è per altro correlata a momenti di stress o stanchezza particolari.

Cosa fare?

Il controllo dell’infiammazione generalizzata ha un ruolo essenziale nella riduzione e nel trattamento efficace del disturbo. La riduzione dell’infiammazione da cibo è in questo senso utilissima, tanto più se associata alla corretta integrazione vitaminica, di sali minerali e al giusto supporto per gestire lo stress. Una corretta nutrizione durante tutta la giornata e l’uso della giusta quantità di fibra, di frutta e verdura fresca sono elementi da considerare comunque essenziali al trattamento, così come può essere utile l’utilizzo di probiotici specifici e la corretta integrazione della vitamina D. Alcuni cibi ricchi di acidi grassi Omega 3, quali pesce azzurro, aiutano a combattere l’infiammazione. Infatti, l’infiammazione da cibo è spesso causata da uno sbilanciamento tra gli essenziali omega 3 e omega 6 (presenti ad esempio in olio di girasole, di cui sono ricche merendine e biscotti ad esempio, e in generale tutto il junk food).

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Cosa mangiare quando si hanno le afte?

Durante la fase acuta bisogna evitare cibi troppo acidi o cibi irritanti, come cibi speziati, salati o piccanti. Un ruolo positivo è invece svolto da una corretta idratazione, dal consumo di frutta e di cibi ricchi di antiossidanti. La dieta di chi soffre di afte dovrebbe prevedere il consumo di cibi integrali, cibi ricchi di fibre e di vitamine. In particolare:

  • alimenti ricchi di ferro: carne, pesce, uova;
  • alimenti ricchi di zinco: legumi, frutta secca, carne, pesce;
  • alimenti ricchi di acido folico e Vitamina B12: pomodoro, frutta, legumi, fegato, latticini;
  • alimenti ricchi di Vitamina C: peperoni: agrumi, pomodori, prezzemolo, fragole, kiwi, lattuga, cicoria, patate novelle;
  • alimenti ricchi di Vitamina D: pesce e tuorlo d’uovo;
  • alimenti ricchi di probiotici: yogurt

Quali cibi evitare?

Le afte della bocca sono correlate statisticamente all’abuso di alcuni cibi e bevande. Questi sono principalmente: gli alcolici, i cibi piccanti, i grassi animali, i formaggi.

1 commento
  1. Giuliana Scarpa
    Giuliana Scarpa dice:

    Da due anni e mezzo soffro della lingua urente ho provato di tutto persino l’ago puntura non c’è la faccio piu mi alzo la mattina e vado avanti fino a sera con questo dolore. Ora sto prendendo Contramal 100 mg/ml.

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